3.6.08

lavoro di poesia progetto di lode

Progetto di lode
(Gesualdo Bufalino)

biografia dell’autore: Gesualdo Bufalino (1920-1996) nasce a Comiso in Sicilia, nel 1920, studia a Catania, nel 1943 fu catturato dai Tedeschi ma poi scappò e poi raggiunse amici in Emilia, poi tornò a Comiso dove insegna fino alla pensione.
Scrittore per vocazione fin dalla giovinezza, pubblica il primo libro, il romanzo Diceria dell’untore. Nell ‘opera poetica riunita nella raccolta dell’Amaro Miele(1982) si trovano sia l’abbandono lirico, la confessione delle proprie emozioni. Dopo pubblica altre importanti opere come Argo il cieco (1984), l’uomo invaso (1986), le menzogne della notte (1988).




poesia:
Tu unica,tu viva, tu acqua
E aria del mio vivere
E veemente complice di morte
Tu mio pugno e stendardo
Contro le scure procedure della sorte;
tu mio grano, mio grembo, mio sonno,
fuoco d’inverno che sventi l’obliqua
nube di notte dove abita l’Orsa;
tu unica e viva, tu canto
di grave organo e grido
di lenta carne e fiore e cibo, mia roccia
di paragone e tiepida
tana, mia donna, mia donna, tu unica,
tu viva.


Breve analisi e figure retoriche:
questa poesia possiamo dire che sia molto ricca principalmente di metafore.
È il traslato per antonomasia ed è definita come una similitudine abbreviata
Troviamo le metafore lungo tutta la poesia: tu acqua, tu aria,tu mio pugno e stendardo, tu mio grano, mio grembo, mio sonno,fuoco,tu unica e viva, tu canto di grave organo,grido di lenta carne,fiore e cibo, mia roccia,tiepida tana, tu unica,tu viva.

Inoltre possiamo vedere molti enjambement:
Enjambement , inarcatura o spezzatura è la mancata coincidenza tra la pausa sintattica e la pausa di fine verso.
Troviamo l’enjambement in questa poesia quasi ad ogni fine di verso.

Un’importante figura retorica che individuiamo in questa poesia è la sinestesia che in questo caso è: scure procedure.
La sinestesia implica un trasferimento di significato da un ambito sensoriale all’altro.
Questa sinestesia è anche una metafora ma insieme i due termini formano una sinestesia.

I versi sono liberi e con le metafore l’autore vuole descrivere la sua donna e la paragona all’acqua, all’aria e a tutte le altre cose descritte nell’opera.

Non vi sono rime evidenti ma possiamo ugualmente individuarne qualcuna come per esempio “morte,sorte”. Non vi è quindi uno schema di rime seguito dall’autore.

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